A Bimbo, tre Suore benedettine-celestine del Monastero di San Basilio dell’Aquila costruirono nel 1991 una Missione e nel 2009 un piccolo ospedale intitolato a S. Pietro Celestino V.
Durante la tradizionale Cena degli Auguri Natalizi, il Rotary Club L’Aquila, alla gradita presenza della Deputata alla Camera On. Stefania Pezzopane e dell’Assessore al Turismo Comune dell’Aquila Avv. Fabrizia Aquilio, grazie alla generosità di tutti i rotariani e ospiti presenti ha raccolto oltre € 700 che andranno a “Bimbo”, un progetto District Grant (Rotary Foundation) “Ospedale della Missione S. Pietro Celestino a Bimbo nella Repubblica Centrafricana” fortemente sentito dal nostro presidente Antonio Di Stefano che lo ha inserito nel suo piano direttivo di club 2021-22 quale missione di club di raccolta fondi, medicinali e aiuti da perpetrare per tutto l’anno rotariano in corso.
La comunità beneficiante sarà la popolazione di Bimbo (circa 250.000 ab.), cittadina pressappoco a 5 Km da Bangui (circa 900.000 ab.), capitale della Repubblica Centrafricana (R.C.A.). La R.C.A. (circa 5 milioni ab.) è uno dei Paesi più poveri della Terra, con un indice di sviluppo umano (0,381) tra i più bassi del pianeta (188° posto), un reddito pro-capite medio di 300 $/anno e un Global Hunger Index estremamente allarmante.
La metà deicentrafricani vive di aiuti umanitari. La speranza di vita è di 50 anni per gli uomini e di 54 per le donne. La Repubblica Centrafricana, dove vivono un’ottantina di gruppi etnici differenti, è dal 2013 teatro di scontri tra gruppi armati che si sono moltiplicati fino a raggiungere le dimensioni di un conflitto incessante per l’accaparramento e il controllo dei ricchi giacimenti minerari da parte di qualche potenza straniera. La popolazione civile è vittima diviolenze di massa e di aggressioni che causano ferimento e morte di centinaia di persone e che non risparmiano nessuno: vengono indifferentemente attaccati donne, uomini, vecchi e bambini.
L’ospedale realizzato dalle Suore benedettine-celestine del Monastero di San Basilio dell’Aquila è prevalentemente pediatrico, ma in caso di inderogabile necessità assiste anche adulti. I piccoli pazienti, spesso vittime della violenza politico-militare in corso, sono affetti da grave malnutrizione, drepanocitosi (emoglobinopatia causa di anemia emolitica cronica, frequente in individui di razza nera, con importanti ischemie vaso-occlusive conseguenti gravi crisi dolorose, ischemia d’organo e altre gravi complicanze sistemiche), malaria, sieropositività HIV, tubercolosi, traumi da machete con ferite spaventose, ecc. nell’attuale scenario mondiale della pandemia Covid-19. La struttura sanitaria della Missione delle Suore celestine è una struttura privata che non usufruisce di alcun finanziamento né di programmi governativi. Nonostante le grosse difficoltà di rifornimento, presso il Piccolo Ospedale viene effettuata anche la fornitura di farmaci. La posizione, paesaggisticamente molto bella e suggestiva, ma a 9 mt dal checkpoint, è purtroppo tanto pericolosa, da aver portato recentemente alla decisione di non ospedalizzare più i pazienti per la pericolosità nelle ore notturne di coprifuoco in cui si verificano importanti sparatorie.
La Dr.ssa italiana, nostro riferimento presso il “Petit Hôpital de St. Pierre Celestin V”, visita circa 25 pazienti al giorno stabilizzandoli e, là dove necessario, seguendoli presso gli ospedali di Bangui, e dedicandosi il fine settimana agli interventi, specie parti cesarei (frequentemente su donne HIV positive che i “sanitari” locali non vogliono toccare), ernie e un’infinità di amputazioni. I bisogni individuati sono essenzialmente una maggiore disponibilità di farmaci assolutamente necessari, di cui alcuni introvabili in loco, di materiale sanitario di consumo (materiale da sutura e da medicazione, ecc.) e la disponibilità di saturimetri, anch’essi non reperibili, essenziali per il monitoraggio dell’insufficienza respiratoria secondaria al diffuso insufficiente apporto di calorie e di sostanze proteiche con la dieta responsabile dell’inadeguato funzionamento del diaframma e dei muscoli intercostali. Anche se quanto si riuscirà a realizzare con questo Progetto potrebbe costituire solo una goccia nell’oceano, si vorrebbe con esso contribuire a migliorare la salute e a ridurre l’elevata mortalità infantile in questa comunità alla periferia del mondo, inondata di fame, dolore e sofferenza.